In un futuro non troppo lontano, Ryan si risveglia nel retro di un furgone in movimento. Non sa come sia arrivato li è con lui c'è un ragazzino, Alex, che è stato evidentemente rapito.
Riuscito a scappare con il piccolo prigioniero, Ryan inizia una fuga per le vie di Londra per cercare di salvarsi entrambi, mentre misteriosi uomini in nero si accaniscono al loro inseguimento. Quando è il momento di affrontare i criminali, Ryan sfoggia incredibili capacità di combattimento, riuscendo a neutralizzarli.
Tutto questo dura all'incirca 9 minuti.
Quando quello che sembra il capo della banda raggiunge il luogo della lotta, si rivolge a Ryan come se lo conoscesse da tempo.
Pochi secondi dopo, Ryan sviene, come vittima di una specie di cortocircuito.
Così si apre lo sci-fi thriller The Anomaly, diretto ed interpretato da Noel Clarke, volto noto per le sue apparizioni in Doctor Who e Star Trek: Into Darkness.
9.47 minuti è il tempo di coscienza di se stesso che Ryan ha e che deve usare per cercare di mettere insieme i pezzi di quel puzzle che è diventata la sua vita.
Ben presto si rende conto di essere controllato, che nei momenti in cui non è più lui c'è qualcun altro che agisce per conto suo, si rende conto di aver avuto parte attiva nel rapimento di Alex e ora cerca con tutte le sue forze di fare ammenda cercando di trovarlo.
Tutto il film è girato dal punto di vista di Ryan: ci svegliamo con lui, siamo partecipi della sua confusione e del suo smarrimento ogni volta che prende coscienza in un luogo e in un tempo diverso.
La proiezione cui ho assistito è quella che ha seguito il Red Carpet (di cui potete vedere le foto sulla nostra pagina Facebook) e immediatamente dopo vi è stato un interessantissimo Q&A con Noel Clarke e l'attore Niall Grey Fulton.
Entrambi hanno precisato che questo è un low budget film eppure sembra una di quelle grandi produzioni hollywoodiane che ora siamo così abituati a vedere al cinema. Devo dire che il risultato ottenuto è davvero sbalorditivo: il film non ha nulla cui invidiare agli altri film contro cui compete che sicuramente sono costati di più.
La storia è coinvolgente e insolita, trattata con attenzione: pur essendo frammentaria lo spettatore non ne perde il filo e anzi proprio la sua non regolarità aiuta a simpatizzare con il protagonista, a venire coinvolti nella sua vicenda che ad un certo punto sembra impossibile di soluzione.
Altra informazione davvero interessante venuta fuori durante il Q&A: tutte le numerose scene di lotta sono state girate in one shot, vale a dire senza stacchi d'inquadratura, senza pause ma tutto in un'unica azione. Questo significa che se una scena non incontrava le aspettative del regista o vi era qualcosa di sbagliato era necessario ripeterla dall'inizio. I combattimenti sono stati coreografati in modo davvero spettacolare e alcuni degli avversari del protagonista erano lottatori professionisti.
Un altro film che mi è piaciuto e per cui non mi sono pentita di aver PAGATO per il biglietto (e si, mi sono mossa tardi è il film era molto gettonato). Lo consiglio se volete un po' di azione innovativa.
Vi lascio con il trailer...
Vi lascio con il trailer...
Grazie per questa recensione!
RispondiEliminasempre bravissima... complimenti
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